Einstein

c747cc8b56680e90230c05ca62595ee1_w480_h_mw_mh_cs_cx_cyAlbert Einstein aveva incontrato il suo vecchio rabbino e il vecchio rabbino gli aveva chiesto di spiegargli la teoria per cui Einstein era così famoso. Einstein gli aveva risposto: «Un’ora seduto su una panchina del parco con una bella ragazza sulle ginocchia passa come se fosse un minuto, mentre un minuto seduto su una stufa bollente sembra un’ora.»
Il vecchio rabbino aveva scosso la testa sconsolato: «E ti pagano per dire simili sciocchezze?».
Quest’aneddoto era tutto quello che sapevo della Teoria della Relatività e del suo celebre Autore, Albert Einstein, così – quando la principessa con cui condivido i miei discutibili giorni mi ha sventolato sotto il naso un libriccino con l’invito a leggerlo – non mi è sembrato vero: ho colto l’occasione.
Oltretutto l’aspetto del librino era accattivante, per la sua eleganza e dimensione ridotta, non era un tomo; poi c’era l’affidabilità dell’editore che prediligo e stimo, Adelphi; infine, anche il titolo suonava promettente: Sette brevi lezioni di fisica. C’erano tutti gli elementi per essere curioso ed entusiasta e mi sono buttato.
Superate le prime pagine, nonostante gli sforzi e la graziosità dell’estensore, Carlo Rovelli, fisico teorico, emerito membro di Istituti universitari e Accademie ecc. – ho sentito emergere un senso di disagio.
Quanti, quark, neutrini, elettroni, il bosone di Higgs, fotoni e gluoni: ho incominciato a saltare paragrafi e quindi intere pagine, confidando di trovare un’oasi finalmente di chiarezza. Ma invano. Fino a che mi sono ritrovato all’ultimo capitolo.
Qui l’autore scrive: Se il mondo è un pullulare di effimeri quanti di spazio e di materia, un immeno gioco a incastri di spazio e particelle elementari, noi cosa siamo? Siamo fatti anche noi solo di quanti e particelle? Ma allora da dove viene quella sensazione di esistere singolarmente e in prima persona che prova ciascuno di noi? Allora cosa sono i nostri valori, i nostri sogni, le nostre emozioni, il nostro stesso sapere? Cosa siamo noi in questo mondo sterminato e rutilante? Non posso nemmeno immaginare di provare per davvero  a rispondere a una tale domanda, in queste pagine  semplici. È una domanda difficile. Nel grande quadro della scienza contemporanea ci sono molte cose che non capiamo , e una di quelle che capiamo meno siamo noi stessi.
Oh – mi sono detto – finalmente dei concetti chiari.  E che (tolto il paradosso di quell’inciso: in queste pagine semplici) mi sentivo di pienamente condividere. Certo, resta che la Teoria della Relatività, la quantistica e via dicendo continueranno ad essermi un mistero. Ma poco male. Fin tanto ci sarà la prospettiva di una bella ragazza da tenere sulle ginocchia e di una buona birra fresca in quest’estate calda.
Prosit!

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37 risposte a Einstein

  1. 65luna ha detto:

    Bisogna sapersi accontentare! 65Luna
    p.s. cincin con un prosecchino!

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  2. Pendolante ha detto:

    Non tutto ci è concesso.

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  3. L'Irriverente ha detto:

    Non solo il tempo è relativo… ciò che per il fisico era un argomento difficile è apparso più chiaro al letterato e viceversa. Anche questo contribuisce alla bellezza complessiva del mondo.

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  4. lallade ha detto:

    Cosa siamo? Materia in uno spazio limitato. Io sono un ripostiglio pieno di cianfrusaglie. Attenzione , non aprire

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  5. Alessandra ha detto:

    Deliziosa accettazione dei propri limiti. Presentata con ironica e disinvolta eleganza 😉 Odiavo il prof di fisica alle superiori, un brutto figuro antipatico misogino schifoso incallito. Credo che starò alla larga da questo libro.

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  6. vaninarodrigo ha detto:

    Applausi a Guido! Io in queste righe leggo solo poesia, mai pensato che anche Einstein potesse essere anche un poeta, eppure… la ragazza sulla ginocchia è un grandissimo esempio. Ma anche il resto non scherza, è proprio vero che ogni uno dà la sua propria interpretazioni ai testi.

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  7. gelsobianco ha detto:

    “Nel grande quadro della scienza contemporanea ci sono molte cose che non capiamo , e una di quelle che capiamo meno siamo noi stessi.”
    E capiamo noi stessi sempre meno…
    La tua solita eleganza ironica, Guido.
    🙂
    gb

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    • Guido Sperandio ha detto:

      I recentissimi fatti di Monaco che peraltro si aggiungono a quella che ormai sta diventando una serie – sono la conferma di come l’essere umano racchiuda un labirinto in cui perdersi.

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      • gelsobianco ha detto:

        E sempre più ci perderemo.
        Non vedo valide vie d’uscita per poter migliorare.
        Siamo in un labirinto, sì. Ognuno ha il suo.
        L’umanità intera è in un altro che racchiude ogni labirinto personale.
        Scusa il mio pessimismo, Guido.
        Buona serata
        gb

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      • gelsobianco ha detto:

        Io non posso lasciarti “like” o “mi piace” perché non sono iscritta a WP.
        Mi piace ricevere qualche “mi piace” se il mio commento piace a chi lo legge.
        Buona notte!
        🙂
        gb

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  8. Paolo ha detto:

    Devo essere sincero, ho cominciato a leggere il tuo articolo, Guido, nella speranza che la tua “principessa” (oltre a essere un bel complimento, questa parola, che risplende della semplice, inconfutabile lucentezza delle parole messe in bocca a Einstein su quella panchina, ha tutta l’aria di della testimonianza, confortante, di un grande, profondo umano sodalizio), avesse sventolato sotto i tuoi occhi qualcosa di più accessibile, rivelatorio, prezioso. Mi è capitato in passato di leggere testi scientifici o di prosa scientifica, diciamo, con il medesimo entusiasmo con cui mi capita di divorare le ultime pagine di un bel romanzo, gli ultimi righi di un brano coinvolgente e illuminante. E invece. Evidentemente non era così, ma la chiusura e l’eterna domanda che sottende, meritano la sosta e la riflessione che hai fatto. Non so se valga la pena “farci a pezzetti”, come direbbe Fabrizio De Andrè, per provare a capire come funzioniamo, per capirci meglio. Da uomo di tecnica, se non di scienza, data l’estrazione della mia formazione culturale, sono sempre più propenso a credere che, in fondo, non ne valga la pena. Ci sono stati dati (da Dio, o dal naturale processo evolutivo che ci ha menati fin qui) occhi e sensi per leggere e percepire le cose, il mondo, i nostri stessi moti interiori in un determinato modo. Semplice e riduttivo, forse, come sembra ritenere il rabbino deluso. Ma Einstein aveva capito tutto, invece. La sua bravura, il suo genio risiedono nell’essere stato in grado di trovare una “giustificazione scientifica” a qualcosa di così profondamente legato alla sensibilità e all’individualità umana: la relatività. La sua serenità nella consapevolezza del grande, immenso valore che risiede proprio nel sentire e nell’essere umano. La sua grandezza nel saperla tradurre con semplicità in poesia (come qualcuno nei commenti precedenti ha sottolineato). Ecco quindi una risposta degna e esaustiva all’uomo di scienza, al filosofo, al religioso a caccia di risposte e soluzioni. La poesia, il sentimento. L’essere autentici, e umani.

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  9. liliana ha detto:

    Ciao Guido,
    Anche Amleto quando si chiedeva “essere o non essere” si poneva un problema attinente alla relatività….come il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno….cincin…
    Lilly

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  10. vitedicarta ha detto:

    La fisica, ahimè grande sconosciuta.. e sì che ci ho provato.. ma niente!
    Per me ci vorrebbe qualcosa del tipo “la fisica all’asilo” o al massimo alle elementari…
    M.

    Ogni tanto riesco a passare e sbirciare 🙂

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  11. Guido Sperandio ha detto:

    “la fisica all’asilo” o al massimo alle elementari – tu dici, ma, per quanto mi concerne, a questo punto, non so mica se il livello “asilo” mi sarebbe sufficiente. Perfidamente aggiungo (la volpe e l’uva) che mi è sembrato di captare che gli stessi scopritori non avessero chiara la loro scoperta, altrimenti non avrebbero passato la loro intera vita a battibeccarsi l’un con l’altro.

    Ti sono grato per la sbirciata. Spero vivamente che tu ne ritragga la pupilla illuminata 🙂
    Alla prossima, orsù-dunque

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  12. Neda ha detto:

    A me di Einstein è piaciuto molto ” Mein Weltbild” (Come io vedo il mondo)

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  13. sofiailpensierofilosofico ha detto:

    Altro che fisica! La cosa più difficile è conoscere se stessi. 🙂

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