3.
Quando si dice: la forza della logica. dA Raymond Chandler, “Addio, mia amata”, ed. Feltrinelli:
Io mi sedetti rigirando una sigaretta tra le mani e attesi. Quella donna o sapeva qualcosa oppure no. Se sapeva qualcosa, o me lo diceva oppure no. Era semplicissimo.
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4.
Esiste anche la vagina dentata. Solo uno come Freud poteva escogitare una definizione simile inquietante!
5.
‘na tazzulella e’ cafè
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6.
Da piccole con le bambole, crescono poi con l’orsacchiotto – le donne, sono le depositarie delle tenerezze, dei sentimenti e delle cure di cui ha tanto bisogno il mondo. (Che poi mettano il veleno nel caffè delle cognate è un’altra storia).
7.
Dio è morto, il congiuntivo anche, e la mia gatta fa la pipì sul divano e io non posso neanche bestemmiare… perchè poi metti che Dio non è morto!
8.
SELFIE.
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Collage del 2007 firmato LUCE dal blog SENZ’AZIONI
Lei si è fatta il suo ritratto e se l’è incorniciato.
9.
Pene da pene, osSEXione.
Mi riferisco ai maschi con la paranoia di chi ce l’ha più lungo. Che a me suona come se le femmine facessero a gara a chi ce l’ha più fonda.
10.
C’è anche il panettone vegano adesso, e il sindacato delle galline ovaiole ha proclamato lo stato di agitazione. Si teme un calo dell’occupazione e conseguente noto tragico finale.
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11.
Questo è morto, l’altro è morto, e quest’altro è lì sul punto di morire. Mi tocco per convincermi che sono ancora vivo. (Per il momento almeno.)
12.
Evoluzione della mela nei secoli (e del comune senso del pudore).
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13.
Elogio del capezzolo.
I capezzoli… famosi o anonimi, seducenti, prepotenti, maliziosi, preziosi, deliziosi, accennati, rimarcati, grossolani… ehi, giù le mani!
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ritti-ruspanti, invitanti ma… con i guanti, eccitanti-eccitati, provocanti, occhieggianti, succhiati-leccati, sfiorati, baciati, adorati, venerati, accarezzati, esibiti, vezzeggiati, inibiti, offerti, sofferti, invocati, negati, intravisti, agognati, negati, sognati, fotografati, censurati, celebrati, divi lascivi, titillati, ispiratori di arte immortale (immorale? mica siamo a Teheran)
I capezzoli, aperitivo e complemento dell’amore.
14.
In piazza del Duomo, i turisti si cospargono di grano per farsi fotografare con i piccioni addosso. Poi i turisti, finito lo scatto, qualche piccione se lo mangiano. Approfittano che nessuno i piccioni li ha contati.
15.
Le vedove.
Il marito, vilipeso da vivo – da morto è celebrato e compianto.
16.
Il concetto di progresso.
Nello scambio di mail, un tale scrive: La Coca Cola col progresso non c’entra… al che un altro gli controbatte: Secondo me sì. Pensate a quanti casi in meno di malattie infettive ci sono al mondo, da quando si beve coca cola al posto di acqua magari inquinata! Non parliamo poi della minigonna: non va considerata come un semplice indumento, ma come il simbolo della emancipazione femminile.
Ecco, confesso che questa risposta mi ha lasciato un po’ perplesso. A cominciare dal fatto che il grado di progresso si misuri in base ai centimetri di gonna sotto o sopra al ginocchio di una donna. E l’idea poi dei bambini scheletriti africani salvi perchè bevono Coca Cola al posto dell’acqua inquinata mi fa venire in mente la Rivoluzione Francese e Maria Antonietta. La quale a chi, allarmato, le annunciava:« Non c’è più pane e il popolo ha fame», la regina rispondeva: «Se non hanno più pane, che mangino brioche»
17.
Dal Corriere della Sera, titolo: Mai così tante armi: l’India batte tutti e Dubai supera la Cina. Sotto-titolo: Dall’Italia vendite al + 22%. Doppi turni nelle fabbriche USA.
Il monito di Einstein a suo tempo: Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con la clava.
18.
Musico-terapia.
Ivo Pogorelich, noto pianista slavo usa la musica come terapia per aiutare gli altri. Circa l’efficacia: Sulle Alpi svizzere, mentre suonavo, le mucche si raccolsero intorno a me attente ad ascoltare. E il mio cane preferisce il 1° Concerto di Chopin al 2°.
19.
Il 17 marzo prossimo è la Giornata del Sonno. Non passa giorno che non sia la giornata di qualcosa. La Giornata della Donna, del Papà, dei Nonni… senz’altro anche oggi, 10 marzo, è la giornata di qualcosa.
Buona… giornata!
20.
Ragazza con l’orecchino.
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Ragazza con l’orecchino.
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21.
In Anna Karenina, a un certo punto si incontrano tre possidenti che si scambiano opinioni sulle rendite delle proprie aziende agricole. Nessuno dei tre ha i conti chiari, ma è chiara la percezione che le cose non vanno come dovrebbero andare.
«Contabilità all’italiana» disse ironicamente il possidente. «In qualunque modo fai i conti, quando ti rovinano tutto, non c’è mai guadagno.»
Il romanzo è stato pubblicato nel 1877, cioè centoquarant’anni fa.
Eravamo già famosi per il modo di tenere i conti.
22.
Ho acquistato un accendino al bar-tabacchi nel mezzanino della metro e questo è quello che mi sono ritrovato in mano:
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Con queste premesse 🙂 credo che sara’ una notte difficile da far passare 😀
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Anzi, sono rilassato, in tempo di crisi gestire due blog era un lusso, uno sfregio alla miseria ! 🙂
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:-)buona notte
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Raccomando il geco, non lo vedo mica bene con quei certi guantini bianchi che girano da quelle parti… Buona notte:-) 🙂 🙂
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:*
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Socrate non é un sudore ti noog??!! Ma dai! E io che pensavo fosse uno con l’orecchino pieno di piccioni che faceva a gara a chi leggeva più Chandler (che tra parentesi, appunto, prima o poi leggero)
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Non è che hai saltato qualcosa? Adesso faccio l’inventario…
Nota: Guarda, Chandler è grande, poi le trame sono così complesse che ho il dubbio che lui stesso la abbia mai avute chiare. In un’intervista a proposito di un film che aveva sceneggiato (con Faulkner, per capirci) dichiarò lui stesso, Chandler, di non essere in grado di rispondere su un certo punto.
È che sono i dialoghi e certi brani irresistibili…
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Un consiglio sul primo da leggere?
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Ahi-ahi! Non saprei dirti, tra l’altro, oltre ai noir (romanzi) ci sono anche i racconti, molti, anche eccellenti. Poi, ripeto, più che per la trama, sono i dialoghi potenti e i brani (tratti di scrittura) intensi e perfetti da antologia (sic!) e tutte queste cose puoi trovarle a sorpresa nel corso di questo o quel romanzo. Mentre i gialli (Agata Christie, per esempio) hanno una loro linearità, meccanica se vuoi, Chandler ha trame intricate, io mi ci sono sempre perso anche perchè ad essere sincero, non me ne curavo, proteso a godermi “l’attimo” offerto dalla scrittura.
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Accattivante
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Bella la 9. Maria Antonietta era una grande stronza, ma credo sia risaputo. Troppo forte la tizia del 24, ma è successo veramente? 😉
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Questa storia di Maria Antonietta va un po’ ridimensionata: è stato dimostrato come non abbia mai detto quella cosa sulle brioches, la quale è probabilmente una costruzione della propaganda rivoluzionaria; si tenga anche presente che la regina era austriaca, una dei numerosi figli – credo dodici – di Maria Teresa d’Asburgo. Solo per questo i Francesi la detestavano non poco; del resto ci sono molti celebri aneddoti storici che si sono rivelati infondati – un altro è l’aspide di Celopatra… 🙂
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Gradito il tuo contributo, le voci sparse ad arte ricorrono più che mai anche ai tempi nostri quindi figurarsi se risaliamo nel tempo quando a separarci ci sono i secoli e le documentazioni non possono che essere carenti. Io concluderei prescindendo dall’attribuzione a Maria Antonietta – ma prendendo la frase come sintomatica di una certa mentalità e atteggiamento di governo. Del cattivo governo di ogni tempo, anche dei giorni nostri e di ogni latitudine. Il cinismo del potere.
Nota: Tieni d’occhio il blog, di smagliature sono certo che avrai modo di riscontrarne ancora. 🙂
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Per questo non c’è problema, essendo io iscritto. Comunque è sempre un piacere leggere questi articoli e quello che gli altri lettori hanno scritto sotto; completamente d’accordo sul senso della frase delle brioches, per quanto il primo intento dovesse essere fra passare Maria Antonietta per scema…
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Certamente, come tu rilevi, la Madre Maria Teresa dava fastidio a molti ed era il vero obiettivo delle male-voci. Maria Teresa aveva oculatamente collocate le figlie in matrimonio ai vari principi e reali, a cominciare ai Borboni di Napoli, pare che alla figlia a Napoli Maria Teresa avesse praticamente imposto un impegno regolare epistolare di aggiornamento! Se non è in questi termini esatti, i fatti furono comunque quelli.
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Ecco, appunto. Del resto il piano è facile da immaginare nella sua interezza: a forza di eredità e con qualche conquista territoriale, Carlo V d’Asburgo, a soli vent’anni, era diventato padrone di una buona porzione di mondo; perché non tentare di ripetere il colpaccio? Si trattava di un investimento a lungo termine, ma ne valeva la pena…
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Se penso a tutte le guerre, quelle e le altre a seguire, fino alle tragedie immani delle due Grandi Guerre del Novecento, e se penso che è dal 1945 che godiamo la pace, PACE!… non finirò mai di essere un europeista ora e sempre, in nome di quella pace che bene o male ci ha dato una prosperità mai conosciuta prima al di là di persistenti sacche di povertà. Ma non sarà un neo-nazionalismo a eliminarle, anzi non potrà che aumentarle con altre nuove guerre.
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Questo che cosa c’entra? E mi dispiace dirlo, ma l’Unione Europea, soprattutto a livello monetario, sarà il motivo della prossima guerra.
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Ahi, ahi, ahi!
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L’alternativa è che un governo di esseri raziocinanti si renda conto che non ci siamo mai potuti permettere l’euro e dichiari l’insolvenza dell’Italia, o trovi comunque un altro modo di uscire da un sistema sulla cui tenuta e sensatezza avrebbe dovuto già metterci in guardia il fallimento dello SME alla fine degli anni Settanta. Non succederà mai, ma nel dubbio comincerei a vendere i titoli di Stato in mio possesso – qualora tu ne abbia…
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< Uscita dallo SME: 1992. Cui seguirà Tangentopoli e la dissoluzione dell'assetto politico e dei partiti esistenti.
< I titoli di Stato, gli investitori esteri li hanno già venduti. A sostenerli è la Banca Europea con massicci acquisti, da mesi.
<Questa la pura esatta cronaca.
Sulle prospettive future e il significato da attribuire ai fatti visti o in corso di accadimento già si accapigliano illustri economisti. L'uomo della strada continua a non capirci un cazzo nè a volerci capire, la pigrizia mentale è santa, e le varie fazioni politiche ne approfittano per tirare l'acqua al proprio mulino, mirando esclusivamente al "potere".
Allegria!
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Scusa l’errore di data, forse ho confuso con l’inizio – ti ricordi la data anche di quello? Ho scarsa memoria per queste cose – ma non vedo, di nuovo, che cosa c’entri tangentopoli. Si sa che la nostra classe politica non è granché, ma si è capito fin da principio: i nostri governanti sono passati dal combattersi tra loro, divenendo preda dei poteri esteri, a mettersi sotto la tutela di organismi internazionali, divenendo preda dei poteri esteri un’altra volta. Abbiamo disperato bisogno di una buona classe politica, il che secondo me coincide con la fine della stagione degli uomini forti al comando: di ventennio in ventennio, non ne conosco uno che abbia mai fatto anche solo finta di risolvere un problema.
Per quanto riguarda la Banca Centrale Europea, il suo “rimedio” non è risolutivo: l’errore è stato esporre il valore dei titoli di Stato ai capricci del mercato, che può costringere le nazioni a obbedire a ordini assurdi. Questo per me è semplicemente aberrante. Lo Stato deve controllare l’economia, non il contrario, altrimenti non esiste alcuno Stato. Il risultato – disoccupazione giovanile al 40% – è sotto gli occhi di tutti.
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Siamo in un campo di visioni assolutamente soggettive.
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È un po’ facile schermirsi così. Una cosa so, per averla letta sul blog di un professore di economia: secondo la teoria economica, quando uno Stato A economicamente molto potente – come la Germania – e uno Stato B più debole – come l’Italia – adottano la stessa moneta, A si arricchirà a spese di B. Punto. Non ci sono circostanze che impediscano una cosa del genere, ed infatti è avvenuta: la Germania si è guadagnata, presso le autorità americane, e già prima di Trump, l’etichetta di “Paese manipolatore di valuta”, al pari della Cina. Il motivo? 200 e rotti miliardi di surplus commerciale illegale, e dico illegale anche rispetto alle regole europee. Io, personalmente, non sopporto di stare in un regime totalitario in cui le regole si applicano ai deboli e si interpretano per i forti. Siamo una colonia tedesca, ma pare che pochi se ne accorgano.
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Questo non è scambio di idee, ma è una serie di affermazioni e conclusioni. Ti piace pensare d’essere una colonia tedesca? Rispetto, ma non condivido il tuo piacere. Che se così fosse, comunque, mi domanderei perchè siamo tanto deboli da soccombere. Che, sempre così fosse, a me non andrebbe bene d’essere debole e reagirei. Perchè se sono debole debole resterò sempre e comunque. In ogni caso, non è in questi termini che si parla di economia.
Scrivi: “secondo la teoria economica”.
Ma quale teoria economica? Quale? Che ne esistono tante di teorie quante sono le religioni, le correnti filosofiche, che neanche la matematica si è dimostrata scienza precisa.
Poi tornando all’inizio al tuo primo “cosa c’entra”. Semplicemente esprimevo il mio compiacimento che mentre ai tempi della Maria Antonietta, in Europa si parlava di egemonie sbrigate con la guerra di una Nazione e monarchie una contro l’altra, adesso, almeno c’è stato il progresso che la guerra e milioni di morti in Europa non ci sono dal 1945.
Ti dà tanto fastidio una mia rara soddisfazione?
Certo, per il futuro non ci scommetto più dopo avere sentito il tuo parere.
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No, no, un momento.
Non mi dà fastidio una tua soddisfazione, ci mancherebbe altro; solo, penso che tu l’attribuisca al fattore sbagliato. Non mi piace minimamente pensare che siamo una colonia tedesca, mi limito a constatare che la nostra classe politica, nella sua debolezza imbarazzante e forse per tornaconto personale di qualcuno d’influente, non si oppone a nessun ordine imposto dall’alto, anche quando si può facilmente verificare che politiche come l’austerità ci uccideranno. Riguardo a quale teoria economica, se non ricordo male il professore d’economia cui accennavo segue quelle di Keynes; ma in ogni caso, il disastro prodotto in Argentina dall’unione monetaria con gli Stati Uniti avrebbe dovuto fare scuola. Il punto è che se l’obiettivo fosse stato solo impedire finalmente le guerre, sarebbe stato sufficiente stringere in un’alleanza tutti i Paesi che avevano partecipato al conflitto. Mi pare che questa cosa esista già e si chiami NATO: perché edificare un’architettura sovranazionale che non rappresenta i popoli – solo l’Europarlamento è elettivo, ma ha poteri irrisori, come in ogni regime – e unirli monetariamente senza che ne esistessero le basi? L’unificazione di Stati che esistono da mille anni, almeno culturalmente, richiederebbe altri mille anni, immagino. Non ci sarebbe nemmeno una lingua comune, in questo momento, che è la base irrinunciabile di qualsiasi unione politica.
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La politica dell’austerità ci uccide, ma il problema – e grave – è che qualsiasi allargamento della borsa (leggi Keynes ecc.) qui diventa alimentare corruzioni, spreco, mafie, corporazioni (vedi la burocrazia intoccabile) – è il Sistema Italia ammalato. La classe politica non ne è che l’eco. Non c’è solo poi la Germania, c’è anche la Cina con i suoi fondi sovrani, da soli… non so.
Mi pare però di capire che qualcosa si stia muovendo in seno all’Europa in modo da trovare misure adeguate alle varie economie che la compongono, e quindi della nostra, e in questo senso mi sarebbe di conforto.
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Avessi la tua speranza… sarò io un inguaribile pessimista; ma, fatta la legge, trovato l’inganno. Sulle mafie ho sempre pensato che dove lo Stato funziona è più difficile che attecchiscano: proporrei una grande impresa di Stato che produca per lo Stato stesso tutto ciò di cui ha bisogno, esegua le opere pubbliche, faccia la manutenzione. Ciò permetterebbe di evitare gli appalti e quindi sarebbe un duro colpo alla corruzione; certo, significherebbe che le aziende private non potrebbero più contare sulle commissioni dello Stato, ma considerando che la Pubblica Amministrazione non paga mai, non sarebbe una gravissima perdita.
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Sì, sono un ottimista, ma come diceva Olmi in un’intervista, lo sono per …disperazione!!!!!
Vedi, tu dici, giustamente!, fatta la legge fatto l’inganno. E appunto – appunto!!! – facesse tutto lo Stato… l’abbiamo visto. Purtroppo, ho i miei anni – e ho visto di tutto: lo Stato, ma allora è meglio il privato che controlla di più? E ho visto il privato. Il privato saccheggiava e sfruttava. Allora il misto: pubblico-privato e avanti…
Non siamo la Svezia-Noervegia-Finlandia!
In un Paese, il nostro, dove guai a pronunciare la parola ladri, no! Si dice furbetti! Furbi, capito? Non si dice ladro, no. Ma furbo! Che contiene un implicito elogio di intelligenza.
Vedi, io e te stiamo qui a discutere e io ti stimo per questo, per la tua onesta e accanita ricerca di una verità, ma la lettura quotidiana – quotidiana e puntuale – delle cronache mi porta a sperare non in un meglio, ma in una sopravvivenza alla meno peggio. Forse, scopriamo che sono io il pessimista! 🙂
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Credo che lo siamo da due punti di vista differenti: io ho qualche idea su che cosa uno Stato dovrebbe essere e fare, ma le vedo disattese sistematicamente in nome di interessi privati e momentanei; o, peggio, di terribili piani internazionali di questo o quel gruppo di pressione economica. In ogni caso, il fatto di poter discutere è sempre utile, perché permette di affinare una teoria: l’altro interlocutore, quando scova punti deboli, diventa un aiuto per gli sviluppi successivi. Il problema è che non possiamo fare l’esperimento sulla Gran Bretagna per capire che cosa succederebbe uscendo dalla UE, perché gli Inglesi hanno alle spalle un Commonwealth e una situazione ben diversa dalla nostra. Tutto quello che posso supporre di noi è che peggio di come accadde all’Argentina non dovrebbe andarci. Sì, forse sono il più ottimista dei due, non temerei neppure la bancarotta.
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Urca! Mi nascondo dietro al bancone e aspetto che sia sparata l’ultima cartuccia! 🙂
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Questa è una buona ipotesi, se la Troika non pignora il bancone 😅
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Non so se mettere qui una faccina ridente, sogghignante, ammiccante o irrorata di abbondanti lacrime… non farmi pentire di non essere morto da piccolo.
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Ma ho, tranquillo… basta che in banca non firmi nulla finché non hai letto tutte le noticine.
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Può darsi che la frase non l’abbia detta, del resto all’epoca era così odiata dai francesi che possono averle attribuito ogni genere di colpa, però sembra certo che vivesse in modo frivolo e dispendioso pur sapendo che il popolo viveva negli stenti. Popolo stremato ed esasperato dalle tasse imposte dai nobili. Diciamo allora che come regina non ha fatto nessun sforzo, neppure minimo, per farsi amare dalla gente, interessata solo a tutelare il marito, i figli e “il diritto divino” della monarchia assoluta 😉
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Questo è molto probabile. Non aveva sicuramente neppure gli strumenti culturali per rendersi conto delle ripercussioni che il suo atteggiamento avrebbe potuto comportare: per lei il suo ruolo era un’ovvietà non negoziabile.
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La mia replica è all’Irriverente, spero si sia capito…
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La 24 è assolutamente vera. Ti dico che tutto si è svolto con una tale naturalezza che sono restato lì secco impalato. Ipnotizzato. Era un signora anziana, tutto sommato in rapporto alla presumibile età, in buone condizioni fisiche. Ti dico, che, appena tornato a casa, mi sono fatto l’appunto. Non ce lo siamo già detto che la realtà batte la finzione? Immaginati se in una storia ci metti un episodio del genere? Chi ti crede? Chi non pensa che sia una furbata da quattro soldi dell’autore? Eppure… è accaduto!!!
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Aggiungo: elemento decisivo importante: era abbigliata in modo più che decente, quindi non era la “barbona” – accattona – alcolizzata ecc., ma aveva l’aspetto della rispettabile borghese.
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Ah, ecco. Sono proprio quelle le più balorde 😉
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Quindi era vera per davvero!
Tutta sta fatica e mo ti ritrovo di qua! 😂
Guidinoooo mi sei mancatooo
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Te l’ho già scritto di là ma lo ripeto che sei carinissima, bellissima, simpaticissima, supercaprettissimamentedeliziosa!!! Ti basta? Se non ti basta dimmelo che mi adeguo!
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Tesoroooo!!! Non bastano mai le coccoleeeeeee!!! Poi fatte dal mio guru! Io mi emmmoziono! D’altronde son capretta! 😂😂😘😘😘
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Mi è piaciuta la nota sui capezzoli e poi la 16. Ma devo dire che non mancano spunti nelle tue note!!! E’ bello leggerti. Un sorriso caro Guido. Lila
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Sei tu, Lila, molto cara 🙂
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🙂
grazie di cuore!
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🙂
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Devo assolutamente trovare più tempo per passare nel tuo blog. Molto bello e interessante leggerti! 🙂 ‘Notte!
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Ollalà, Giorgiana! Sei gentile.
Serena notte e miglior risveglio! 🙂
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Sublime la numero sette.
Sono tornata a leggere alcuni tuoi articoli, oggi ne sento il bisogno.
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Ti sono grato, è un contributo reciproco a questo stare al mondo così precario.
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Io sono grata a te: i tuoi scritti mi piacciono molto.
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